Una creatura che osserva la propria immagine, come una scimmia o un leopardo chini a dissetarsi da uno stagno, vede la materia danzare attraverso il tempo. Ma il soggetto che vede questa danza ha una memoria, un’aspettativa, e la memoria stessa é situata su un altro piano temporale. Così ciascuno di noi, che stia camminando, che stia seduto o che stia dormendo, contiene almeno due entità temporali diverse, avviluppate insieme come il tuorlo e il bianco dell’uovo (Doris Lessing, Discesa all’Inferno)
Attraverso il ritmo percepiamo la molteplicità del tempo. Due o più piani temporali in contemporanea, in un dialogo costante e senza fine, creano un ritmo che suscita un senso dilatato ed aumentato del tempo. La danza di Doris Lessing in Discesa all’Inferno, il romanzo sul viaggio allucinato fatto da un viaggiatore impazzito, è una storia di più ritmi. Mentre la narrazione si sviluppa, il sottotitolo libro diventa più chiaro, ovvero Discesa all’Inferno. Categoria: narrazione fantascientifica interiore, perché non c’è posto dove andare se non dentro se stessi. Il personaggio principale racconta l’incredibile storia di un viaggio, mentre è seduto nel letto di un manicomio, con flashback e flashforward che confondono e ingannano il senso del tempo del lettore. Stephan Thelen, che ha intitolato la traccia iniziale del suo album Fractal Guitar a questo romanzo, suona il tempo in maniera simile. Le metriche sovrapposte creano un arazzo frattale di intersezioni sinistre, aggiungendo strati su strati di figure ritmiche che collidono tra loro. Come il viandante nel libro, naviga attraverso paesaggi sonori costantemente increspati, fatti di schemi ripetitivi e di energia densa che creano un senso di veglia onirica.
Il chitarrista -e matematico- residente in Svizzera, ma Americano di nascita, ha trascorso l’ultimo decennio a far crescere il suo progetto Sonar insieme a Bernhard Wagner, Christian Kuntner e Manuel Pasquinelli. La band ha raggiunto un picco di riconoscimenti da parte della critica con Vortex e Live at Moods nello scorso anno. Entrambi hanno ospitato un quinto membro occasionale del calibro di David Torn. Al loro suono inconfondibile fatto di chitarre pulite accordate per tritoni, che si annodano su strutture ipnotiche e poliritmiche, si é aggiunto un nuovo musicista, capace di combinare il loro suono con la sua esclusiva gamma di tornado sonori. Questo ha aperto una nuova gamma di possibilità, una crescita esponenziale di nuove esplorazioni da intraprendere. La sua influenza è contagiosa perché ha una grande energia dal vivo -sottolinea Thelen. Mentre la band si riunirà di nuovo quest’anno per registrare con la stessa formazione in ‘quattro più uno’, Stephan Thelen ha chiesto al chitarrista americano di partecipare al suo album solista Fractal Guitar, pubblicato con la MoonJune di Leonardo Pavkovic.
L’elenco degli ospiti si é arricchito di più musicisti, rendendolo un manifesto del chitarrismo d’avanguardia contemporaneo. La lista non è stata stabilita sin dall’inizio, ma è cresciuta man mano che il progetto si sviluppava: ho iniziato a pensare a Markus Reuter sin dall’inizio, perché abbiamo parlato in passato di fare qualcosa insieme – dice Thelen. Ho scritto alcuni pezzi che pensavo non fossero adatti per i Sonar ed ho pensato che Benno Kaiser potesse suonarci su. Markus, Benno e me siamo stati i primi musicisti a far parte del progetto. Stephan Thelen ha lavorato con la touch guitar di Markus Reuter in Falling for Ascension, pubblicato a nome dello stesso Reuter e dei Sonar. Guardando in retrospettiva, è piuttosto interessante osservare le diverse direzioni che la band ha assunto quando Reuter é stato il membro aggiuntivo e poi quando lo é stato Torn. Ma mentre Falling for Ascension ruotava attorno alla musica scritta dal solo Reuter, questa volta é stato Stephan Thelen ad aver composto il materiale. Tutto è iniziato con il batterista Benno Kaiser – un altro ex collaboratore di Thelen, hanno suonato insieme nei Radio Osaka e in precedenti lavori solisti del chitarrista – che ha prestato la sua batteria su una traccia e poi tutti e tre si sono scambiati via internet successive aggiunte. Era l’Agosto 2015 quando il progetto é iniziato e Stephan Thelen era appena tornato da un viaggio in Namibia (per coincidenza stava per andare nuovamente nello stesso paese alla fine del processo di registrazione nel Luglio 2018). Quando Benno non é stato più disponibile per le registrazioni, ho chiesto a Manual Pasquinelli, con cui suono nei Sonar, di registrare le tracce mancanti, ben sapendo che non avrebbe avuto difficoltà a suonarle. Poi sono andato in California, dove ho incontrato Henry Kaiser e Bill Walker e ho registrato le loro tracce a Santa Cruz – racconta Stephan Thelen. Ho conosciuto Jon Durant su Facebook e mi ha mandato uno dei suoi album. Ho pensato che sarebbe stato bello se avesse potuto suonarci anche lui. Ed, infine, per quanto riguarda Barry Cleveland, dopo averlo incontrato in California gli ho chiesto di aggiungere qualcosa su due tracce. E’ stato tutto molto spontaneo. Henry Kaiser è stato fondamentale per incontrare David Torn, che si è unito ai Sonar all’inizio con l’idea di suonare su poche tracce e, invece, ha finito per suonare su tutti i pezzi del futuro Vortex. E poi ha collaborato con Thelen anche per il suo album solista. Quando avevo quasi finito, sapevo che David sarebbe venuto in Svizzera e ho pensato a due pezzi su cui avrebbe potuto suonare. Abbiamo prenotato lo studio per una giornata e lui ha suonato i suoi soli e loops. Matt Tate ha aggiunto le ultime parti in una sera a Chicago. L’ultima cosa registrata appena prima del missaggio sono state le percussioni di Andi Pupato.
Sorretto dalla touch guitar a portare un tema piuttosto corposo, Briefing for a Descent into Hell è costruita attorno ad un pattern in 3 + 3 + 3, che Thelen sovrappone con altri pattern poliritmici in 5 o in altre misure dispari. Tuttavia la traccia mantiene un senso d’uniformità che la fa assomigliare ad un volo sospeso sopra la cima di una montagna. Mentre i primi due minuti vedono una moltiplicazione di pattern e riff che si alternano l’un l’altro andando a comporre l’atmosfera iniziale, non compare mai un vero e proprio tema principale, solo la moltiplicazione e la frattalizzazione del pattern principale. David Torn entra con suoni distorti e nitidi qua e là sul registro più alto, più per mettere in risalto la presenza del soundscape che staziona sul fondo della traccia che per proporre un tema principale. Gli strati inferiori del muro di suono crescono a mano a mano e vengono modificati da delays che dialogano con la sezione ritmica costruita attorno a Matt Tate alla touch guitar e Manuel Pasquinelli, il batterista, appunto, dei Sonar. Intorno agli otto minuti e trenta, arriva la prima pausa lasciando per pochi secondi un tappeto di corni sintetizzati, che cresce gradualmente fino al primo assolo vero e proprio di Markus Reuter. La seconda pausa, immediatamente alla fine del solo, é per un riff che ricorda Frame by Frame dei King Crimson. Stephan Thelen, che ha studiato nel Guitar Craft Circle di Robert Fripp e non ha mai nascosto il suo apprezzamento per le strutture più articolate dei King Crimson come Fracture, è stato enormemente influenzato dal maestro britannico. Mentre nei Sonar ha mostrato il suo lato più ispirato dai King Crimson anni ’80 con le tipiche chitarre dal suono pulito, nei progetti a suono nome ha esplorato maggiormente l’effettistica e i soundscapes, che devono più, invece, al Fripp solista. Qui è come se trovasse un equilibrio tra due anime. E, tornando alla traccia, è di nuovo David Torn a prendere le redini del pezzo, rimettendo tutto in uno stato di frenesia, seppure una frenesia omogenea e quasi statica. Stephan Thelen ricorda la partecipazione di Torn: su questa traccia ho chiesto a David di “spingere sul manico della chitarra” come un chitarrista blues e persino di suonare l’assolo prendendo ad ispirazione il David Gilmour di “Echoes”. Torn ha ha accolto il suggerimento aggiungendo un magma destrutturato di suoni, accordi distorti, rumori graffianti che aumentano, fino a quando il finale lentamente si sgonfia tra loops e soundscapes.
Il primo confronto che Fractal Guitar fa venire in mente é quello con le precedenti registrazioni dei Sonar, anche perché il chitarrista figura come il principale compositore per la band, oltre che ovviamente per gli album a suo nome. È molto diverso, se sto componendo per Sonar, so che non ci saranno assoli e nessuna voce solista – dice Thelen. Sono interessato all’interazione e al modo in cui il pezzo si evolve. Quello che mi interessa è una combinazione di scrittura e improvvisazione nei Sonar. Non è tutto completamente improvvisato e composto, è una miscela. C’è molto di più in “Fractal Guitar”, volevo più assoli, volevo che i singoli musicisti potessero divertirsi a fare cose rischiose e prendersi dei rischi. I Sonar sono più organizzati, anche se a volte possono entrare in aree rischiose lo stesso. Mentre la band lavora più all’interno di un ristretto insieme di regole auto-imposte che vengono attivate al momento della scrittura, cosa che è alla base deol loro successo, questa volta Stephan Thelen ha deciso di orientarsi in una direzione diversa. Se scrivi con un insieme limitato di regole, a volte è più facile ottenere nuove idee. Se sto lavorando con i Sonar, rispetto queste regole. Non è “proibito” scrivere in 4/4, ma ritmicamente uscirà un risultato più complesso di un 4/4 standard. Per il mio album da solista, la musica è più materica. Penso a che tipo di suoni usare e a quali musicisti potrebbero adattarsi quei suoni. Per esempio, se so che suonerò con Markus, posso scrivere appositamente per lui.
Questa volta il chitarrista estende la sua pedaliera a compressore e delay, effetti insoliti nel suono solitamente grezzo dei Sonar. Suonavo molto con gli effetti 10 anni fa, -dice Thelen. Ma quando ho iniziato con i Sonar, mi sono convertito ad un suono puro e pulito per concentrarmi maggiormente sulla composizione e sul creare strutture rigorose. Ho messo via gli effetti solo per qualche anno, ma poi ho parlato con Markus e ho visto cosa faceva con effettistica e loop. Oggi piega gli effetti agli stessi scopi che segue con il suo gruppo, ovvero ad un uso estensivo della ripetizione. In particolare ero interessato ad usare un effetto con cui ho lavorato prima dei Sonar, che chiamo “Fractal Guitar”, un delay con un livello di feedback molto alto che crea pattern di ritardo a cascata in firme dispari come 3/8, 5/8 o 7/8 – come scrive nelle note dell’album. Mentre utilizzare il delay in maniera innovativa ha permesso ai chitarristi di suonare da soli, ma li ha anche costretti ad attenersi al 4/4 per seguire il beat -prendendo ad esempio il manifesto del delay fatto da Manuel Göttsching in Inventions for electric guitar del 1975-, qui Stephan Thelen suona le macchine in un modo diverso. Prima dei Sonar stavo suonando con un breve delay che dura molto tempo, creando dei modelli simili ai frattali. Ho usato principalmente delay, ma avevo anche alcuni samples e un sintetizzatore granulare. L’omonima traccia Fractal Guitar inizia con il chitarrista svizzero che suona sopra se stesso e imposta il feedback del delay per aggiungere pattern inaspettati. Questa traccia mostra chiaramente la tecnica della “chitarra frattale”. Qui, il delay della chitarra è impostato in modo che venga prodotto un pattern di 5 note. È impostato su un pattern in 9/8 riprodotto dalla sezione ritmica, come indica Thelen nelle note della traccia. Il tema di Matt Tate nel registro basso è volatile e ambiguo e Benno Kaiser mantiene in sequenza due pattern con due diverse metriche fino ad accelerare improvvisamente intorno ai tre minuti e mezzo. Questo spinge in superfice Markus Reuter con un assolo lacerato, seguito, quasi per contrasto, da un altro, questa volta fatto di riff molto semplice, ma emozionante. Ma questo è solo momentaneo finché l’atmosfera non ritorna alla quiete, con Thelen che continua ad esplorare temi in collisione fra loro.
Variazione ed esplorazione, è una faccenda filosofica. Se non puoi accettare la ripetizione, questa musica non ti piacerà.
Il semiotico Algirdas Greimas, specificando la natura del ritmo, ha distinto tra “attesa semplice” e “attesa fiduciaria”. Seppure all’interno di uno studio del ritmo intesto in un senso più ampio, anche al di fuori del competenze musicali, il concetto di “attesa semplice” può essere applicato a ciò che accade in una cellula ritmica quando il ritmo si alterna tra suono e silenzio. Questo crea una curva energetica nell’ascolto: potremmo pensare alla sensazione di attesa, di aspettative rispetto al prossimo battito in uno battuta. L'”attesa fiduciaria”, invece, funziona in modo diverso. L’ascoltatore “crede” di potersi fidare sul ritmo, di anticipare ciò che il ritmo sta producendo, non solo nell’attesa immediata di ciò che sta avvenire. Questa attesa gioca su un livello più alto, creando un legame, un contratto semiotico; l’ascoltatore fa parte della musica che suona. Semplificando, non suona a livello di cella ritmica, ma a livello di esperienza della singola traccia / dell’ascolto generale. Se si mantiene questo contratto – che potrebbe essere tradotto con “se l’ascoltatore non percepisce alcuna interruzione nel ritmo” – allora l’ascoltatore prova un senso di piacere. È interessante notare che Thelen si adatta perfettamente e allo stesso tempo devia in maniera netta da questa definizione. I suoi pattern si ripetono e ogni traccia in Fractal Guitar ha origine da una singola figura ritmica, esplodendo in maniera geometrica, come l’immagine di un frattale. Questo dovrebbe fare in modo che la percezione del ritmo rimanga costante. Tuttavia, Thelen suona l’inaspettato attraverso una rete di schemi che collidono in maniera invisibile, che creano un senso di sorpresa permanente nell’ascoltatore. Ciò permette di creare un legame, permette all’ascoltatore di entrare in una sensazione di ascolto profondo, pur mantenendo un senso di attenzione e di esplorazione.
Conosco molti musicisti che pensano categoricamente che una cosa che si ripeta più di due o tre volte non può essere una buona musica – dice Thelen. Variazione ed esplorazione, è una faccenda filosofica. Se non puoi accettare la ripetizione, questa musica non ti piacerà. Per me é sempre stato chiaro: amo la ripetizione e ciò che va avanti e continua, continua. Ripetendo qualcosa crei un paesaggio sonoro o un’atmosfera, quindi puoi concentrarti ad fare qualcos’altro in cima a questo paesaggio. La ripetizione è essenziale per creare il ritmo ed é una componente essenziale della musica rituale. Mantenere una figura ritmica costante consente all’ascoltatore di sollevare l’attenzione dalle cose di tutti i giorni, per passare a una fase di ‘flusso’. Questo è spesso collegato con ciò che accade nella trance. Mi è sempre piaciuta la musica trance, dice Thelen, ma mai nel senso di perdita della coscienza. È connesso con l’avere una prospettiva diversa, ma non un tipo di prospettiva in cui non sei consapevole. Ha a che fare con l’essere molto attento. La trance potrebbe sembrare una perdita di coscienza: se ascolto Steve Reich ci sono cose ripetute, ma d’altra parte riesco a sentire ogni ripetizione in un modo diverso. Non è come stare fuori, non è legato alla droga. È il contrario, è essere molto aperti alle percezioni, perchè le piccole cose possono cambiare. È trance, ma è trance con consapevolezza.
L’intersezione tra cellule ritmiche contorte e un paesaggio sonoro sinistro condito da estensioni aumentate e diminuite sugli accordi all’inizio di Urban Nightscape conduce ad uno stato profondo ed amplificato di consapevolezza interiore. Il tema principale della traccia è stato originariamente scritto nel 2003 e é già stato pubblicato in varie versioni, tra cui nell’album solista String Geometry del 2008. Qui figurava anche Benno Kaiser alla batteria, così come avviene in quest’ultima versione. Un pattern di basso in 6 + 6 + 6 + 7 viene aggiunto a uno di batteria dall’andamento veloce e in continua evoluzione, mentre il delay della ‘Fractal Guitar’ è in 5/8, secondo le note di Stephan Thelen. L’energia è al massimo quando Torn aggiunge i suoi rumori di chitarra perforanti, fragorosi e stagliuzzati. David Torn è uno dei chitarristi più espressivi che esistono, riesce a creare un mondo emotivo così denso – dice il chitarrista svizzero. Abbiamo suonato con altri bravi musicisti, ma difficilmente qualcuno che conosco può essere così sperimentale e allo stesso tempo creare quel tipo di emozione. L’interazione tra i soli e i paesaggi sonori di Markus Reuter raggiunge livelli di intensità senza precedenti, fino a che il tema iniziale di Thelen diminuisce d’intensità e scopre il pattern ritmico che ha dato origine all’intera traccia.
Steve Reich ha influenzato profondamente l’approccio di Stephan Thelen alla scrittura poliritmica e alla ripetizione. Discutendo con Thelen a proposito del maestro del minimalismo americano, esce fuori un aneddoto dalle implicazioni molto interessanti. Parlando della musica di Stravinsky, Reich diceva che preferiva il modo in cui il compositore russo dirigeva i propri lavori, anche rispetto ad altre direzioni più blasonate. E’ molto interessante che Reich rinforzi la sua argomentazione dicendo che, come direttore d’orchestra, Stravinsky raggiungeva i più alti livelli di emozione attraverso un controllo assoluto del tempo e del ritmo. Questa interessante connessione tra il controllo assoluto del tempo e la creazione di emozioni é una cartina di tornasola per quello che succede in Fractal Guitar: eppure Thelen va oltre. Devi essere serrato sul ritmo al 100% per liberare quest’emozione. Sono d’accordo sul fatto che i ritmi debbano essere suonati con precisione – concorda Thelen. D’altra parte, ad esempio, quando [noi Sonar] abbiamo suonato per la prima volta con David [Torn], c’era un mondo completamente nuovo che lui poteva portare alla nostra musica. Ovviamente avevamo i nostri ritmi, con i quali potevamo creare una musica emotiva, ma se poi hai lui sopra è un nuovo e diverso mondo di emozioni.
Quando vado a un concerto mi piace ascoltare le idee dietro la musica che sto ascolando e come queste idee si dispiegano e si evolvono nel corso del tempo.
Il chitarrista svizzero ha una visione privilegiata anche sulla scena postminima svizzera, collegata con il pianista zen funk Nik Bärtsch e con il sassofonista Don Li. Le connessioni con il minimalismo e Steve Reich sono ovvie, ma il chitarrista commenta in modo interessante la differenza tra quel minimalismo americano e questo postminimalismo svizzero: ricordo una cosa che mi ha detto Nik Bärtsch, che per lui la musica di Steve Reich é caratterizzata da pulsazioni, non dal groove. Il groove apre un nuovo mondo di emozioni che non è possibile raggiungere con le pulsazioni. Nel caso dei Sonar, ci piace suonare un ritmo per un lungo periodo di tempo e lasciarlo crescere sempre di più, in maniera via via più densa. Su Fractal Guitar applica un approccio simile, scoprendo quello stesso mondo di emozioni che esplora con i Sonar anche nel suo album solista. Road Movie ha di nuovo origine da materiale musicale composto in precedenza, come le note di Thelen raccontano: questa è stata la prima traccia che Markus ha suonato nel dicembre 2015. Il suo magnifico solo è stato registrato a Berlino ed è nella prima parte del pezzo. Manuel ha aggiunto le sue percussioni nello studio di Benno ad Aarau, in Svizzera, il 17 aprile 2016. Bill [Walker] e Henry [Kaiser] hanno aggiunto le loro tracce a Santa Cruz il 27 aprile 2016. Bill suona l’assolo nella sezione centrale, Henry l’assolo alla fine. Matt ha registrato la sua traccia di basso il 30 marzo 2018 a Chicago, alla fine. Il riff principale del pezzo (un isoritmo in 27/8) è stato successivamente utilizzato come punto di partenza per Lookface!, una traccia dall’album Vortex dei Sonar. Creando una tensione che gradualmente si accende e si spegne attraverso i vari soli, fino a crollare in un muro di suono prolungato, é possibile sentire la ripetizione che aumenta continuamente di intensità fino a raggiungere il punto più alto di emozione.
Nel 2016 Thelen ha scritto Circular Lines, un brano commissionato per Fifty for the Future: The Kronos Learning Repertoire del Kronos Quartet. Scrivere per un ensemble classico non è una cosa nuova per lui, dal momento che il suo repertorio include già lavori precedenti che sono stati adattati, ad esempio Works for Piano eseguito dalla pianista Viviana Galli, o composti per strumenti o ensemble. Attualmente sto scrivendo un pezzo di percussioni per vibrafoni, marimbas e organo – indica. Ho anche scritto un altro quartetto d’archi per un possibile futuro album di quartetti d’archi. L’influenza del mimalismo è sempre rilevante nel suo processo di scrittura, tuttavia lo esplora da una prospettiva diversa: mentre è praticamente impossibile scrivere per vibrafoni e marimbas senza citare Steve Reich, l’aggiunta di un organo crea nuove possibilità. Sia spingendo i confini della sua chitarra, utilizzano o meno gli effetti, sia componendo pezzi poliritmici intricati e ipnotici, paesaggi sonori da brivido o scrivendo per ensemble classici, conserva ben chiara la sua visione.