PoiL – Sus [Dur et Doux, 2019]
Un accordo ascendente di tastiera, una combinazione di battute in tre quarti e tre ottavi, e poi l’atmosfera si surriscalda improvvisamente, un muro di suono si materializza in un abbraccio opprimente. Siamo al secondo piano del Castello Colonna di Genazzano, durante il festival Fuochi nella Notte e l’atmosfera austera e carica di storia della location è il perfetto contraltare all’eccentricità del trio francese PoiL. Il ritmo da sludge metal, sostenuto dalle tastiere con la distorsione al massimo, contrappuntato dal basso, anch’esso in pieno overdrive, e avvolto da un beat stabile e costante della batteria, crea una sospensione sonora nell’aria. Tutto rimane fermo nel movimento per qualche minuto, non c’è pausa sonora finché i tre non passano ad un canto polifonico a tre voci, che sembra uscito dal repertorio rinascimentale. L’assalto sonoro messo in piedi dai PoiL nelle note iniziali di sus la peira, prima traccia dal loro ultimo album Sus, crea una specie di stato di trance. Il pubblico entra in un mondo capovolto, fatto di isteria ragionevole e ragionata, tempi dispari che suonano pari, improvvise fiammate di energia che non bruciano, ma anzi carezzano perfettamente la loro musica.
Il trio di Lione pubblica il suo quarto album da quando hanno iniziato a suonare insieme nel 2005, gli ultimi pubblicati con l’etichetta francese Dur et Doux. In aggiunta, ci sono anche due lavori pubblicati in cooperativa con altre band: uno con i boliviani Mula a nome Mula Poil ed un altro con la band math rock francese Ni a nome PinioL, ovvero Bran Coucou, album che ha riscosso successo tra i fans del avant prog nel 2018. Prendono ispirazione da rock progressive, dal RIO -sono già comparsi sul palco del Rock Opposition festival nelle edizioni di Carmaux e lo rifaranno anche quest’anno nella versione che si tiene a Lione- ma anche da math rock, metal estremo, elettronica d’avanguardia, e perfino musica folk. Hanno iniziato da una mistura di concezioni musicali disparate, come Zappa, Stravinsky e Chopin unite alla teatralità di Charlie Chaplin -così recitava la loro prima bio per l’album L’ire des Papes, un album che era già un impressionante ed inclassificabile spettacolo di isteria e provocazioni dadaiste. Antoine Arnera, che suona il piano nel primo album per poi passare alle tastiere in quelli successivi, mescola influenze classiche, prog con suoni filtrati e pesanti sulle tastiere. Boris Cassone aggiunge le linee portanti del basso, sempre molto presente nel registro alto, spesso più una chitarra che un basso, ed ama lasciare gli oneri della sezione ritmica alle tastiere, quando possibile. Guilhem Meier, che era già comparso nel gruppo di afrobeat sperimentale Ukandanz, ama ritmi frenetici e tecnici, ed è perfettamente a suo agio quando deve mescolare pattern complessi con un approccio decisamente punk.
Dopo Dins o cuol e Brossaklitt, dopo un’intensa attività live e aver incominciato a definirsi come una ‘big beat surf band’, i PoiL hanno gradualmente interiorizzato math rock, combinazioni ritmiche a la Meshuggah e rumorismo da extreme metal nel loro suono dadaista. Eppure non è per il solo impatto sonoro che Sus è un nuovo livello di maturità per la band, ma anche perché è un lavoro molto strutturato che tiene sempre alta la tensione. Diviso in due pezzi da venti minuti, a loro volta frammentati in due o tre tracce, l’album inizia con una serie di feroci slides del pedale whammy di basso e tastiera all’unisono, che rimbalzano da un’ottava all’altra. I tre piazzano parti di cantato in lingua occitana sopra ritmiche complesse, giocando con ripetizioni vocali ipnotiche ed improvvise fiammate. Nella parte centrale di sus la peira vanno avanti e indietro al tema della intro attraverso molteplici variazioni, alternando suoni distorti dal whammy, a momenti in cui il Fender Rhodes calma le acque. Intorno ai nove minuti, una polifonia vocale nonsense -più nello stile dei Cardiacs o di Stimmung di Karlheinz Stockhausen che della musica folk occitana- funge da break dadaista e lascia poi spazio ad un’altra pioggia di pattern ritmici complessi e rumori prodotti dalla tastiera. Sembra di rimbalzare da atmosfere inquietanti in stile Zeuhl a una giocosa follia Zappiana.
Le tracce seguenti, lo potz e luses fadas, compongono la seconda e terza parte di Luseta. I tre alternano escursioni in un grezzo post punk a digressioni elettroniche, a controtempi aggressivi e ancora alle polifonie vocali, il tutto senza mai perdere la manetta di un pezzo che va su e giù come fossero le montagne russe. Greu Martire, che è la prima parte del Lou Libre de L’Amour, ispirata dal lavoro omonimo del poeta eccitando Théodore Aubanel, inizia con intricati contrappunti, come fosse un pezzo math rock dei Battles, interrotti qua e la dalle parti vocali. Questo andirivieni tra sezioni velocissime e, immediatamente dopo, meditative, quasi rilassanti, induce un senso di trance diffusa, che incomincia sin dalle prime note dell’album. Nella traccia finale, ovvero i quattordici minuti di Chin Fou, il trio si concentra nel creare ancora di più tessiture vocali, che sconfinano quasi nella dissonanza, e nel farle interagire con i complicati ritmi sottostanti. Questo schema non si interrompe se non quando arriva, intorno ai sette minuti, una momento in cui le tastiere spingono su una linea di basso distorta. Su questa Arnera suona uno dei suoi rari solo, dimostrando quanto poco preferisca il virtuosismo solistico, rispetto, invece, all’estrarre tessiture rumoristiche che accrescano il tono drammatico della musica. Il basso di Cassone spinge fortissimo e è sempre molto presente nel missaggio, mentre Meier è un motorino costantemente a mille nel tirare fuori pattern poliritmia in ogni sezione.
Sus è una dimostrazione di forza, un miscuglio di elementi estranei che i PoiL rimescolano con sopraffina abilità. Non sono interessati a mettere in contrasto stili diversi tra loro solo per creare un effetto esplosivo, ma vogliono creare una narrazione, mettendo insieme math rock, folk, metal estremo, allo scopo di dimostrare un virtuosismo sia esecutivo che compositivo.
PoiL
Sus
Tracklisting
LUSETA
1. Sus la peìra
2. Lo potz
3. Luses Fadas
LOU LIBRE DE L’AMOUR
4. Grèu Martire
5. Chin fòu
Antoine Arnera – Keyboard, vocals
Boris Cassone – Bass, vocals
Guilhem Meier – Drums, vocals
Dur et Doux